“TUTORIAL” (L’ A, B, C)

Anche se il titolo dell’articolo è “allevamento” quello che sto per scrivere sicuramente sarà più d’interesse per chi i Passeri del Giappone (PdG) li compra solo per compagnia e non per scopi selettivi.

Importante da ricordare è che in questa specie il dimorfismo sessuale non esiste, di conseguenza quando andrete ad acquistare i vostri soggetti molto probabilmente non avrete certezze circa il loro sesso.

Questo fatto non è di particolare importanza se il vostro interesse è unicamente legato alla compagnia che i PdG vi potranno fare con la loro presenza, si tratta di uccellini che amano vivere in comunità e assolutamente non aggressivi, quindi anche due soggetti dello stesso sesso vivrebbero tranquillamente insieme.

Vediamo ora che cosa ci serve per poter ospitare al meglio degli uccellini.

LA GABBIA

 Non ascoltate il negoziante quando vi indica “quella gabbia bellissima a forma di pagoda che costa 80 euro”… sarà pure bella si… non lo metto in dubbio… ma sicuramente la gabbia migliore per i nostri piccoli amici è di forma rettangolare, più lunga che alta.

La dimensione minima dovrebbe aggirarsi intorno ai 55-60 cm, poi più grande sarà e più grati ve ne saranno i PdG.

Decisamente più pratiche sono le gabbie da cova o comunque con il fondo estraibile come quella che vedete nella foto 3, a differenza di quella nella foto 2 dove per pulire il fondo bisogna sollevare e spostare la gabbia, creando così uno stress, seppur minimo, ai vostri volatili.

Cosa mettere dentro alla gabbia?

Niente giochini, altalene e quant’altro che a questo genere di uccelli non interessa e gli porterebbe solamente via spazio per volare. Le cose essenziali sono poche e semplicissime.

I POSATOI

I posatoi devono essere delle dimensioni adeguate, in modo tale che durante la presa le estremità delle dita anteriori non tocchino quelle posteriori. Se possibile l’ideale sarebbe quello di utilizzare posatoi di diametri differenti in modo che i volatili debbano utilizzare prese diverse, in una sorta di “ginnastica del piede”.

Generalmente quelli che si possono comprare sono costituiti da cilindretti di plastica zigrinata, vuoti all’interno.

Questo permette però agli acari di proliferare, meglio quindi utilizzare quelli in legno che si possono tranquillamente trovare in qualsiasi negozio Fai da Te.

LE MANGIATOIE

 Ne esistono di vari tipi che si posizionano nelle apposite aperture della gabbia. La cosa più importante è che siano di forma e materiale facilmente disinfettabile, senza bordi affilati. Indubbiamente le più comode sono quelle a tramoggia o anti-spreco che, oltre a permetterci di riempirle senza doverle staccare dalla gabbia, costringono l’uccellino a sgusciare i semi al di fuori di essa, in questo modo la pula cade sul fondo della gabbia, eliminando l’antipatico compito della “soffiatura”.

Mangiatoria classica
Mangiatira antispreco

I BEVERINI

In plastica e generalmente di forma cilindrica, possono avere svariate dimensioni. Consiglio di prenderli abbastanza piccoli in modo da trovarsi “costretti” a cambiare l’acqua tutti i giorni, avendo cura di disinfettare il tutto. Esistono anche i beverini a valvola, simili a quelli per conigli e criceti per intenderci, hanno una sfera che viene spinta col becco facendo uscire l’acqua.

Sicuramente migliori sotto il punto di vista dell’igiene non sono però affidabili al 100% in quanto in certi casi la sfera può incastrarsi lasciando i PdG senz’acqua, col rischio che muoiano di sete.

Beverini classici a sifone
Sistema beverini a goccia

I BAGNETTI

I Bagnetti sono vaschette di plastica da agganciare all’esterno della gabbia. Gradito durante tutto l’anno è addirittura indispensabile in estate.

Unica accortezza cambiare giornalmente l’acqua e non metterlo a disposizione durante i primi giorni di vita dei pulli.

IL FONDO

Come fondo nella gabbia si possono usare tante cose, carta, lettiera per i gatti, grit, tutolo di mais etc.
Sconsiglio la carta dei quotidiani perché l’inchiostro (tossico) si scioglie con l’acqua, meglio quella delle macellerie che è estremamente assorbente.

Da lasciar perdere anche il grit in quanto l’uccellino potrebbe essere portato a ingerire quello del fondo, entrato in contatto con le sue feci, anziché quello nell’apposito contenitore.

La lettiera per i gatti non è nociva ed è molto assorbente, cercate però di scegliere quella meno polverosa possibile (eventualmente versatela lontano dalla gabbia in modo che la polvere non venga respirata dagli uccelli).

Il tutolo di mais diciamo che sarebbe il migliore, ha il difetto però di essere estremamente leggero, quindi al minimo sbattere d’ali volerebbe fuori dalla gabbia, costringendoci a passare l’aspirapolvere anche più volte al giorno!

Personalmente posso dire di essermi trovata molto bene con la corteccia di faggio, elevato potere assorbente, elimina gli odori, sufficientemente pesante da non essere spazzata via dai voli dei PdG e, ultimo ma non per importanza, prezzo decisamente più basso rispetto al tutolo di mais, grit etc.

Detto ciò bisogna anche decidere dove posizionare la gabbia stessa; assolutamente da evitare sono il bagno e la cucina, per via del vapore e del fumo, stanze molto rumorose o soggette a correnti d’aria.

PdG sono uccelli che hanno la possibilità di vivere all’aperto anche tutto l’anno ma con le debite precauzioni: ovviamente vanno fatti acclimatare in primavera, non si può pretendere di comprare un uccellino il 25 di dicembre e metterlo in balcone a 0°C quando fino a un’ora prima stava a 20°C!

Oltre a questo devono essere al riparo sia dalla pioggia che dal sole diretto e in inverno andrebbero ulteriormente riparati con un telo di plastica.

A questo punto, se tra di voi c’è qualche fortunato (!!!) che è riuscito ad acquistare una coppia di PdG, forse gli interesserà avere qualche ulteriore informazione circa la riproduzione di questa specie!

 IL NIDO

Importantissima è la scelta del nido, da evitare quelli a pera, piccoli per i PdG, scomodi e pericolosi per i piccoli che rischiano di essere defenestrati quando iniziano a crescere, meglio optare per quelli a cassettina, più o meno profondi (a mio avviso il migliore in assoluto è quello nella foto 4. E’ sufficientemente profondo da non far rischiare pericolose cadute fuori dal nido ai piccoli e ha l’apertura sul coperchio che ci permette di “spiare” il suo interno senza disturbare eccessivamente la coppia che cova).

Nido a pera DA EVITARE

Ovviamente quelli da preferire sono in plastica per la possibilità che abbiamo di disinfettarli.

Nidi OTTIMALI

Attenzione anche al tipo di imbottitura che fornite, lasciate perdere cotone e materiali estremamente sottili che potrebbero legarsi attorno alle zampe dei vostri volatili, meglio optare per cose naturali come juta, fibre di cocco, sisal e fieno per conigli. Eventualmente potete andare in un prato e raccogliere delle graminacee di circa 15 cm di lunghezza, una volta a casa sciacquatele in acqua e disinfettante, poi mettetele sopra ad un panno a seccarsi al sole, il giorno dopo avrete a disposizione del materiale perfetto per i nidi e senza aver speso assolutamente nulla!

Se la vostra coppia è nella giusta fase, nelle condizioni ideali ci metterà davvero poco a riprodursi. Circa una settimana dopo l’accoppiamento la femmina deporrà il primo uovo, generalmente questo avviene la mattina presto e così per ogni mattina fino ad un massimo di 8 uova (anche se in media ne vengono deposte 5).

Generalmente al 3° o 4° ovetto deposto la coppia comincerà a covare, alternandosi durante il giorno e rimanendo insieme nel nido nel corso della notte. Dopo 15 giorni di cova si schiuderanno le uova, non preoccupatevi se le prime ore il gozzo dei piccoli sarà ancora vuoto, la maggior parte delle coppie inizia ad alimentare i pulli la sera o addirittura la mattina dopo.

Intorno ai 18-20 giorni i piccoli inizieranno ad affacciarsi al nido, dopo circa un’altra settimana spiccheranno i primi voletti fino a diventare indipendenti verso i 40 giorni.

Mi raccomando però, se non volete ritrovarvi sommersi da tanti PdG affrettatevi a togliere il nido ai genitori, perché a questo punto cominceranno una nuova cova!

Un consiglio per avere più probabilità che la coppia si riproduca in breve tempo è quello di mettere prima il maschio nella gabbia da cova, con il nido a disposizione. Una volta entrato in fase riproduttiva (è facile accorgersene perché lo vedrete cantare spessissimo) mettete la femmina nella stessa gabbia.

Mi rendo conto che quanto scritto può sembrare semplice e banale, ma a volte è proprio dimenticando le banalità che capitano le “catastrofi”.

Spero che i novizi abbiano letto qualcosa di utile, per quanto riguarda gli allevatori navigati o chi comunque si vuole avvicinare all’allevamento amatoriale del PdG ci sono altri articoli che, spero, potranno interessare.

Articolo Scritto da Giada Cappuzzo – Riadattato da Alex Solbiati (Allevamento Nevada) – concesso al CLUB ITALIANO PDG