L’ALIMENTAZIONE

In natura gli uccelli granivori difficilmente si alimentano con semi secchi, prediligendo invece quelli immaturi ed in certi casi addirittura le gemme; questo significa che se somministrassimo ai nostri uccelli esotici solamente un misto (costituito appunto da semi secchi) non forniremmo loro tutte le sostanze di cui necessitano, per questo motivo nella loro dieta devono sempre essere presenti:

  • misto semi
  • pastoncino
  • spighe di panico
  • osso di seppia
  • erbe prative (in alternativa verdura stagionale e frutta,  seppur quest’ultima con estrema moderazione)

Citeremo per corretta informazione anche il “grit” pur sconsigliandolo.

MISTO SEMI

La maggior parte degli uccelli esotici che alleviamo sono ben adattati ad un’alimentazione simile tra loro, con qualche accortezza per esigenze particolari.

In commercio si trovano misti di semi specifici per uccelli esotici che contengono tutto ciò di cui necessitiamo: panico giallo rosso e bianco, miglio giallo, rosso, bianco e giapponese, niger etc…

Una buona dieta basilare può tranquillamente comprendere un buon misto esotici commerciale con l’aggiunta di scagliola a circa il 40%.

I semi acquistati devono essere della giusta dimensione, non piccoli e raggrinziti come si possono trovare in certi casi.

Se volete essere più sicuri circa la qualità della miscela appena acquistata potete fare una prova di germinabilità; basta prendere un piccolo recipiente, mettere del cotone.

Curatevi di tenere sempre ben umido il cotone e dopo un paio di giorni avrete la possibilità di vedere i germogli.

Ovviamente, tanto maggiore sarà la percentuale dei semi che hanno germogliato e migliore sarà la qualità del misto.

PASTONCINO

I pastoncini vengono essenzialmente classificati in 4 categorie: secco, morbido, di mantenimento e di allevamento.
Possono essere prepararti in casa oppure acquistati presso negozi specifico.
Tutti i pastoncini sono a base di sfarinati ma nel caso del pastoncino morbido vi è stata un’aggiunta di sostanze grasse che lo rendono pronto all’uso, a differenza di quello secco che invece si presenza poco appetibile e va addizionato ad acqua, succhi di frutta o uovo sodo schiacciato.
Nel caso di un pastoncino di mantenimento si avranno ovviamente percentuali proteiche minori rispetto a quello d’allevamento.

Le percentuali e l’uso del pastoncino variano in base a molteplici fattori; in primis devono essere rapportati alla fase che stanno vivendo gli uccelli (cova, muta, riposo, etc. ) ed in secondo luogo (ma non per questo meno importante) in base allo specifico ambiente in cui vengono tenuti i nostri animali.

Di norma durante il periodo di riposo (mantenimento) da primavera inoltrata fino a fine estate somministriamo il pastoncino secco (come accennato poco prima) circa una volta a settimana; nei periodo delicati come per cova e per la crescita dei piccoli invece la somministrazione è giornaliera.

Quando si utilizza il pastone morbido (o prodotti freschi aggiunti al secco) è essenziale eliminare giornalmente i residui d’avanzo poiché gli scarti rimasti in mangiatoia sono fortemente soggetti a muffe e parassiti, a differenza del secco che grazie ai suoi consistenti meno degradabili può garantire una maggior durata nel tempo (soprattutto per chi non ha la possibilità di eliminare i residui ad ogni fine giornata).

Gli uccelli esotici in generale non sono grandi estimatori di pastoncino ma il suo uso (a nostro parere) risulta importante soprattutto per una corretta crescita dei nidiacei.

Alcuni concetti essenziali a riguardo del pastoncino sono i seguenti:

1) appetibilità: a livello energetico non si hanno differenze tra un pastoncino più o meno appetibile, ma indubbiamente è di fondamentale importanza affinché l’uccellino se ne cibi.
2) conservabilità: importantissima sia prima dell’uso (prima dell’acquisto verificate sempre la data di scadenza) che dopo la somministrazione: un pastoncino che si degrada molto rapidamente deve esser lasciato a disposizione per pochissime ore, specie nelle stagioni calde, per non andare incontro a gravi conseguenze per la formazione di muffe.
3) azione dietetica: alcuni pastoncini contengono sostanze quali crusca e olio di germe di grano che sono molto utili nella digestione, quindi andrebbero preferiti ad altri che ne sono privi.

Volendo abbiamo la possibilità di influenzare queste tre caratteristiche, aggiungendo ai pastoncini (sia secco che morbido) diversi alimenti quali:

1) l’uovo: ha un elevato contenuto proteico.
2) liquidi: come l’acqua o ancor meglio i succhi di frutta (alla pera, mela, carota). Aumentano l’appetibilità del pastoncino variandone sia la consistenza che il sapore ma diminuiscono radicalmente la conservabilità del prodotto che deve essere eliminato dopo massimo 2 ore (in estate anche meno)
3) vegetali: come ad esempio mela e carota (le più usate) si possono miscelare al pastoncino a pezzettini, schiacciati o grattugiati.
4) cous cous: NON va cotto, ma reidratato; basta aggiungere al prodotto la pari quantità di acqua bollente e lasciarlo riposare per 5 minuti, oppure 15 minuti in caso di utilizza acqua fredda.

SPIGHE DI PANICO

Le spighe di panico non sono di vitale importanza; si può fare a meno di somministrarle dandole eventualmente solo nelle gabbie affollate, come distrazione, in modo che i soggetti non si strappino le piume a vicenda.

Infatti i semi di cui sono composte sono già presenti nel misto semi, il loro utilizzo però diventa MOLTO UTILE durante lo svezzamento dei piccoli.

I Pulli in svezzamento infatti spesso iniziano a mangiare da soli giocando; per imitazione dei genitori si fiondano sulle spighe di panico e si divertono a strapparne i pezzi con il becco.

Sempre per imitazione iniziano a mangiarne i piccolo semi rendendo così più facile e meno brusco il distacco tra l’imbeccata quotidiana e costante dei genitori e il totale svezzamento.

OSSO DI SEPPIA

L’osso di seppia è un alimento che non deve mancare mai. Quando si acquistano bisogna prediligere quelli grossi e morbidi.

Il loro contenuto di calcio è fondamentale per una dieta equilibrata (ovviamente in sostituzione a ciò che i nostri uccelli potrebbero trovare in natura) soprattutto nei periodi di cova, momento in cui le femmine per deporre le uova hanno un fabbisogno di calcio molto elevato.

GRIT (Solubile ed Insolubile)

Il Grit più conosciuto è quello insolubile, composto da gusci d’ostrica sminuzzati, da lasciare a libera disposizione nella gabbia dentro ad una piccola mangiatoia a parte. Può essere somministrato insieme ad una piccola quantità di carbone vegetale (esiste anche il carbon-grit che quindi è già pronto).

Si sconsiglia vivamente di utilizzare il grit come fondo per le gabbie in quando i nostri soggetti, mangiando il grit contaminato dalle proprie feci, potrebbero andare incontro a gravi patologie.

I granuli di modeste dimensioni aiutano la corretta digestione agli animali che ingeriscono i semi interi; composti da silicati che non vengono assorbiti dall’apparato digerente, rimangono nell’organismo svolgendo una funzione di macina all’interno del ventricolo, facilitando così lo sminuzzamento di semi e bucce.

Per quest’ultimo motivo è SCONSIGLIATO il suo utilizzo in presenza di piccoli e uccelli giovani; le modeste dimensioni del loro apparato digerente non ne permetterebbe lo scarto e creerebbe un’ostruzione delle vie gastriche portandoli così alla morte.

Il GRIT insolubile (al contrario di quello che normalmente viene spiegato ai neofiti) NON è sufficiente per un giusto apporto di calcio durante la fase di deposizione e, se usato, va sempre quindi abbinato all’osso di seppia (immancabile) ed ai vari integratori di calcio per le specie più delicate ed impegnative sotto questo punto di vista.

ATTENZIONE: La maggior parte di uccelli che alleviamo (canarini, esotici, fringillidi, ecc.) NON TRAE alcun beneficio sostanziale dal GRIT insolubile (a differenza dei galliformi: quaglie, polli, fagiani, ecc..), al contrario questo componente più minare alla salute e alla vita stessa dei nostri uccelli e può esser causa di costipazione del gozzo.

ERBE PRATIVE

Come accennato all’inizio dell’articolo, in natura gli uccelli si nutrono solo in minima parte di semi secchi, apprezzando molto di più quelli freschi, la frutta e la verdura.

Per questo motivo è nostra abitudine somministrare ai nostri animali del “fresco” che per ovvi motivi non può essere comprato nei negozi per animali.

Frutta e verdura vengono date con moderazione (anche per evitare problemi lassativi).

La raccolta di queste erbe viene praticata in zone boschive incontaminate, dove si ha la sicurezza dell’assenza di pesticidi o agenti inquinanti.

Le piante più appetite risultano le graminacee, sia di grossa taglia come la Sorghetta (Sorghum halepense) ed il Giavone (Echinochloa crus-galli )  che di piccola taglia come la Setaria ( Setaria glauca ) detta anche “panico selvatico”.

Possono piacere i vari Rumex (acetosella, crispum ecc.) le Plantago (intermedia, maior, lanceolata) ed i Chenopodium (album, polyspermum). Sulle sponde di laghi e fiumi si possono poi raccogliere le spighe di varie Juncacee.

Di queste piante si possono somministrare tranquillamente le spighe, le foglie in genere non vengono mangiate ma utilizzate per costruire dei bellissimi nidi.

(Attenzione alla Setaria, unica pianta appiccicosa tra quelle elencate, bisogna quindi prestare attenzione al suo utilizzo… le sue parti si possono attaccare al piumaggio degli uccelli e il suo utilizzo nei nidi può quindi essere nocivo)

Altre piante commestibili ed estremamente appetite sono la Porcellana Comune (Portulaca oleracea), il Tarassaco o Dente di Leone, il Centocchio Bianco (Stellaria media) e la Borsa del Pastore di cui verranno mangiate foglie, fiori e semi.

Le piante velenose non sono un grosso problema: di solito hanno un pessimo odore o sapore e gli uccelli imparano subito ad evitarle, anche i più giovani ed inesperti.

In ogni caso sconsigliamo vivamente di fornire piante non conosciute, in special modo le bacche e le classiche piante ornamentali che possiamo avere in giardino o in terrazzo in quanto moltissime di queste sono estremamente tossiche, talvolta mortali persino per l’uomo.

Articolo Scritto da Giada Cappuzzo – Riadattato da Alex Solbiati (Allevamento Nevada) – concesso al CLUB ITALIANO PDG